[...] Sono dunque e infine Teatrini Metafisici queste creazione di Palmieri: emblemi potenti del vuoto, del nulla, dell’assenza, eppure tracce e simboli d’esistenza. Minuscole, essenziali, minimali scene di vita in potenza. Semi di visioni ulteriori.
Bene, ora, gentile visitatore, caro spettatore, complice lettore, tocca a te giocare a questo benefico esercizio di proiezione, di fantasia, di visione. Lasciati smarrire in questi piccoli ambienti, così chiusi in sé che subito dopo ci lanciano nella più piena libertà di un fuori, di un altrove, che è potentemente un dentro. Un dentro di senso. Il nostro.
— Antonio Calbi

MATER(I)A

serie di 12 fotografie, getto di inchiostro su carta Hahnemuhle, dimensioni variabili, ed. 1/3

 

 

MATER(I)A

10 maggio - 21 giugno 2014
CasaCava
Matera

 

 

MATER(I)A è un lavoro fotografico pensato ad hoc per essere presentato nella complessità storico-urbana di Matera.
Il suo sviluppo si svolge in un panorama metaforico simile a quello della Città dei Sassi per complessità e stratificazioni. Il tema della serie è la ricerca su di un tipo di materia dall’apparenza granitica, ma nella realtà di forte caducità, creata ad arte, come una maquette, dall’artista-architetto.

L’utilizzo della fotografia, qui come in altri lavori, è finalizzato al raggiungimento di un significato diverso dalla raffigurazione del reale. L’allestimento di un set fotografico, con luci ed ombre proiettate su volumi realizzati dall’artista, trasporta il lavoro verso una ricerca sulle preminenti qualità di spazio e di relazione fra le parti messe in scena.
La fotografia è funzionale alla restituzione ad immagine dello spazio plastico conformato dall’autore. La trasformazione di superfici piane in volumi e la loro successiva riduzione a stampe
bidimensionali aumenta il senso di precarietà e di continua mutabilità dell’opera in fieri.

Il rimando a Matera è forte, in particolare alla sua architettura basata su sottrazioni, innestate da piccole ma significative addizioni, insieme alla continua commistione fra vernacolare e monumentale, che lascia pensare all’idea di un’archeologia fuori dal tempo, anche alla base del lavoro di Palmieri.